Assistente:
Dott. Massimo Del Vecchio
Psicologo clinico
L’ansia è una manifestazione fisiologica deputata ad avvisare l’individuo della presenza di un pericolo e attivare una risposta psicofisica adeguata (per esempio l’attivazione cardiorespiratoria di fronte a un pericolo reale).
L’ansia diventa patologica quando le medesime risposte di attivazione non trovano nella realtà esterna una causa specifica, bensì fantasmi interni legati alle proprie esperienze di vita.
L’ansia è una condizione clinica avvertita dal soggetto come un’angosciosa aspettativa di pericolo imminente, vissuta in una condizione di allarme continuo e di impotenza.
I sintomi possono essere di natura psichica:
- angoscia fluttuante;
- paure immotivate, come non riuscire a svolgere un compito scolastico o lavorativo, come bloccarsi di fronte a luoghi chiusi (cinema, supermercati, ascensori, tunnel, garage sotterranei) o aperti (agorafobia);
- difficoltà di concentrazione, percezione di avere la testa vuota, incertezza, stanchezza;
- nelle situazioni sociali si possono provare paure immotivate, vergogna, senso di inadeguatezza.
Ai sintomi di natura psichica si possono associare manifestazioni somatiche:
- tachicardia, affanno, fame d’aria, difficoltà respiratorie;
- sudorazione;
- rigidità muscolare, tremori;
- difficoltà nell’addormentamento, incapacità di rilassarsi;
- cefalea;
- disturbi dermatologici (eczemi, psoriasi);
- disturbi gastrici e intestinali (nausea, vomito, spasmi, diarrea);
- disturbi della diuresi.
I principali disturbi d’ansia si distinguono in:
- Disturbo d’ansia generalizzato (irrequietezza, sentirsi tesi, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno);
- Disturbo d’attacchi di panico (palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento, sensazione di irrealtà, o di essere distaccati da se stessi, paura di perdere il controllo, di impazzire, o di morire);
- Disturbi fobici (per esempio la fobia degli spazi aperti e chiusi; la fobia sociale e di parlare in pubblico con il timore di vivere situazioni umilianti, imbarazzanti e di esposizione al giudizio; la fobia per lo sporco, per gli animali e per le malattie);
- Disturbo ossessivo-compulsivo (presenza di idee e comportamenti intrusivi ripetitivi e pervasivi, che il soggetto non riesce a contenere: per esempio la paura di contaminazione, il bisogno di controllare ripetutamente il gas e la chiusura delle porte e delle finestre di casa);
- Disturbo post-traumatico da stress (sintomi psichici e fisici in risposta a rievocazione reale o fantasmatica dello stimolo traumatogeno).
A volte l’ansia si presenta come sintomo che accompagna determinati cambiamenti in particolari fasi cruciali della vita: dall’infanzia all’adolescenza, dall’adolescenza all’età adulta, tra la fine di un corso di studi e l’inizio del lavoro, prima del matrimonio, in fase di divorzio-separazione, nel passaggio tra lavoro e pensionamento.
Inoltre, l’ansia si può manifestare nell’ambito di relazioni caratterizzate da:
- forte attaccamento affettivo;
- paura della distanza affettiva, che va dall’allontanamento dalla propria casa (che rappresenta una sorta di sicurezza esterna), a un affetto (marito-moglie, fidanzato-fidanzata, genitori-figli);
- senso di “costrizione” più o meno inconscia nei confronti di persone o situazioni significative, spesso causate da un intenso senso del dovere o dalla paura del giudizio-fallimento.
Il Servizio per i Disturbi d’Ansia prevede una presa in carico diagnostico-terapeutica multidisciplinare. Inizialmente, attraverso una visita medica e gli esami del caso, viene esclusa la presenza di disturbi somatici primari indipendenti dall’ansia, come disturbi cardiaci, insufficienza respiratoria, disturbi del sistema gastroenterico, disturbi endocrini (per esempio patologie della tiroide).
Successivamente si procede con una valutazione diagnostica attraverso uno o più colloqui, che porteranno all’individuazione di una terapia efficace (psicoterapia, psicofarmacoterapia).
Per i casi clinici gravi e di lunga durata è previsto il ricovero, che consente di collocare il soggetto in un luogo tranquillo, lontano da eventuali fattori stressanti ambientali, e l’individuazione di una terapia farmacologica efficace in tempi più rapidi.
APPROFONDIMENTI