L’ANZIANO E LA DEPRESSIONE

Le statistiche segnalano che oltre al periodo intorno alla post–adolescenza vi è un secondo picco depressivo attorno all’età del pensionamento: in realtà questa malattia, che ha molte facce ed è indotta da molte cause non sempre note ed evidenti, induce spesso un problema di cattiva diagnosi.

Mancanza di sonno adeguato, preoccupazioni eccessive e con argomenti talvolta poco comprensibili, allarmi per dubbi sulla salute oltre la logica, affaticabilità, mancanza d’iniziativa, cambio di carattere per instabilità, sospettosità, gelosia, inappetenza e perdita di peso; golosità avida per i cibi dolci, commozione esagerata, dolori insopportabili in sedi atipiche, palpitazioni di cuore, tendenza a evitare l’incontro e il dialogo con gli altri; questi i sintomi tra i più frequenti, talvolta però accompagnati o sostituiti da altri ancora più particolari e “mascheranti” lo stato psichico patologico sottostante.

Va ricordato che l’anziano è più abituato a lamentarsi di uno stato depressivo utilizzando sintomi che si riferiscono al corpo, essendo spesso intimidito a parlare di sé.

Tra le cause note che possono aver indotto uno stato depressivo, vanno ricordati i lutti, soprattutto non recenti, i cambi di residenza, la fine dell’attività lavorativa, l’uscita dei figli dalla casa genitoriale che si è svuotata, l’incontro con malattie invalidanti, l’osservazione umiliante per l’evidenza del personale decadimento (perdita della memoria, orientamento, ruolo sociale, forza fisica, etc.).

Il terapeuta deve essere accurato nel formulare una corretta diagnosi, cui conseguirà una altrettanto adeguata terapia, evitando così di tralasciare fatalisticamente l’intervento sanitario per aver confuso i sintomi depressivi con quelli di un esordio di demenza: i due approcci terapeutici sono, infatti, totalmente differenti, così come differenti i percorsi e la prognosi.

Attualmente sono a disposizione del clinico diversi farmaci che, accanto ad un adeguato supporto psicologico e nel rispetto di concomitanti eventuali altre patologie e della complessiva fragilità dell’anziano, rendono prospettabile una efficace guarigione dalla depressione.