Malattia di antichissima codifica (già i medici dell’antica Grecia l’avevano descritta), spesso si manifesta in anni precedenti quelli dell’anzianità, tuttavia il disturbo bipolare può in alcuni casi esordire solo nell’età tardiva, forse come espressione di un danno (vascolare, traumatico o dismetabolico) localizzato in specifiche aree cerebrali.
L’esordio rapido di uno stato di eccitamento e/o depressivo spesso induce un grave errore diagnostico per confusione con una iniziale demenza: errore grave perché alla diagnosi errata conseguirà terapia inadatta, con inevitabile reattività del paziente, che si sentirà gestito in modo custodialistico, mal capito e non creduto, avendo a propria disposizione un’intelligenza osservativa integra.
I circoli viziosi che si possono innescare sono di facile intuizione quanto, talvolta, di drammatica conseguenza.
Non sempre il classico sale di litio è di facile e consigliabile somministrazione (spesso per problemi renali, intestino irritabile, disturbi tiroidei).
Esistono però oggi molti altri stabilizzatori dell’umore efficaci, discretamente tollerati e che non comportano, solitamente, aggravi metabolici significativi.
D’altra parte va tenuto presente che in una persona anziana già fragile periodi di grande tempesta emotiva sono di per sé causa di gravi stress psico-organici che possono indurre infarti miocardici, ictus ipertensivi, abbandono di concomitanti terapie antidiabetiche, traumi, incidenti, autolesionismi.
Pertanto ad una corretta diagnosi è necessario far seguire un’adeguata terapia impostata sulle “misure cliniche” del paziente, sollecitando grande attenzione da parte di chi presta assistenza, potendo ogni disturbo bipolare modificarsi talvolta con repentina velocità, rendendo necessaria una continua variazione della terapia.
Particolare attenzione va prestata al paziente in “fase mista” perché affetto da contemporanea presenza di sintomi eccitanti e temi depressivi che suscitano il più profondo disagio emotivo.