Centro per il trattamento dell’idrocefalo normoteso

Cos'è

Sempre più attenzione viene oggigiorno rivolta al l’idrocefalo normoteso (IN), una forma di patologia neurodegenerativa poco nota, che spesso, nonostante siano passati più di 60 anni dalla sua prima descrizione, viene confusa con altre patologie neurodegenerative ben più note come la malattia di Alzheimer, la demenza su base vascolare ischemica e la malattia di Parkinson.

Il paziente con idrocefalo normoteso manifesta disturbi caratterizzati da deambulazione instabile, a base allargata, con il piede attaccato al suolo, urgenza minzionale o incontinenza urinariavera e decadimento cognitivo inizialmente caratterizzato da deficit della memoria a breve termine. A questi disturbi possono inoltre associarsi la depressione, parkinsonismo e disturbi della sfera sessuale.

Gli studi di risonanza magnetica o tomografia computerizzata evidenziano la dilatazione dei ventricoli cerebrali dovuta al progressivo accumulo del liquido cefalorachidiano, altrimenti noto come liquor, nel loro interno.

Incontinenza urinaria

Disturbi cognitivi

Disturbo della deambulazione

Noi tutti produciamo circa 500 cc di liquido cefalorachidiano che serve a mantenere in sospensione il nostro cervello all’interno del cranio a proteggerlo e a nutrirlo. La stessa quantità di liquor ovviamente deve essere riassorbita. Il disturbo del riassorbimento per invecchiamento delle strutture dedicate a tale funzione o l’ostacolato deflusso del liquor in direzione di tali strutture porta al progressivo suo accumulo. L’aumento del liquor va a discapito della perfusione ematica cerebrale e caratterizza la progressiva sofferenza ischemica del cervello e la comparsa dei disturbi tipici dell’idrocefalo.

Se non si interviene tempestivamente la patologia si aggrava e diventa irreversibile.

Cosa fare

È fondamentale sottoporre il paziente con IN ad uno studio TC o RM encefalo. Questi esami evidenziano la dilatazione delle cavità cerebrali ventricolari e il danno delle strutture cerebrali periventricolari. Studi funzionali sono in grado di verificare la pervietà delle vie liquorali.

Diventa necessario procedere quanto prima alla decompressione strutture p mediante svuotamento dei ventricoli, prima che il danno cerebrale diventi permanente.

Per il successo terapeutico sono fondamentali, una corretta diagnosi ed un trattamento tempestivo adeguato.

Come curarlo

Il trattamento dell’IN è esclusivamente chirurgico. Diverse terapie farmacologiche sono state sperimentate, ma senza alcun successo. È necessario rimuovere quanto prima il liquor in eccesso nei ventricoli.

Il paziente viene sottoposto a derivazione ventricolo-peritoneale (DVP). Un piccolo catetere viene introdotto nei ventricoli e collegato, mediante l’interposizione di una valvola, al drenaggio peritoneale, la cui estremità distale viene posizionata in loggia sovraepatica. L’intervento è considerato a basso rischio. Al fine di ridurre le possibili complicanze infettive viene praticata una profilassi antibiotica ad ampio spettro.

L’uso di valvole programmabili ottimizza i risultati ottenuti e riduce considerevolmente le possibili complicanze. In centri di eccellenza le complicanze significative sono inferiori all’1% ed il successo terapeutico, in pazienti opportunamente selezionati, si aggira intorno al 98%.

Chi trattare

Non tutti i pazienti con sospetto IN se sottoposti a DVP migliorano. In alcuni di essi, a causa della ritardata diagnosi, la patologia evolve nella sua forma irreversibile. In altri pazienti, i disturbi clinici possono essere espressione di più patologie.

È fondamentale identificare i pazienti da sottoporre al trattamento chirurgico.

Il miglior test per la selezione dei pazienti, ad oggi, è costituito dalla sottrazione liquorale spinale prolungata. Questa procedura prevede la sottrazione di circa 250 ml di liquor in 24-48 ore.

Il paziente può direttamente sperimentare il miglioramento clinico indotto dalla sottrazione liquore e affrontare il trattamento definitivo con maggiore serenità.

Presso la Casa di Cura Privata “Le Betulle” è possibile l’esecuzione di tale delicato test, la struttura sanitaria mette a disposizione personale sanitario infermieristico dedicato e altamente specializzato, in un ambiente elegante e confortevole.

La diagnosi e il trattamento dell’idrocefalo normoteso è, da sempre, il campo di studio del dott. Antonio Scollato ideatore e fondatore del Centro per il Trattamento dell idrocefalo normoteso (www.cetin.it); presso la Casa di Cure Privata “Le Betulle” è presente l’equipe del CeTIN, con il dott. A. Scollato e il dott. Salvatore Fede i quali da anni mettono a disposizione professionalità e disponibilità a favore dei pazienti affetti da idrocefalo normoteso e dei loro familiari.
Per approfondimenti e contatti www.cetin.it

Info e Prenotazioni

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