Disturbi di personalità

Disturbi di Personalità

I Tratti di Personalità fanno riferimento a modi di rapportarsi con sé stessi e con il mondo, che si stabilizzano nella prima età adulta e hanno come caratteristica principale di rimanere relativamente stabili nel tempo e di non subire variazioni significative al variare delle situazioni e dei contesti.

Si parla di Disturbo di Personalità quando tali tratti divengono così rigidi e invalidanti da ridurre la flessibilità di adattamento all’ambiente, con conseguente compromissione del funzionamento interpersonale o professionale.

Solitamente le persone con disturbo di personalità non si accorgono della propria patologia , perché i loro tratti diventano così rigidi che le proprie difficoltà vengono attribuite all’ambiente esterno. Una richiesta di aiuto può avvenire quando, in conseguenza di frustrazioni ambientali, insorgono sintomi quali ansia e depressione, o comportamenti disadattativi. Più tipicamente sono gli amici o i famigliari, esasperati dal loro comportamento, a chiedere che si rivolgano ad uno specialista.

Si presentano con un quadro di freddezza emotiva, distacco dalle relazioni e ricerca di isolamento: i soggetti affetti da questi disturbi non hanno amici o relazioni sentimentali e sembrano disinteressati ad averne, preferendo dedicarsi ad attività solitarie (es. lettura, sport individuali, internet).

Nella variante schizotipica si aggiungono comportamenti e convinzioni insolite, bizzarre, magiche (chiaroveggenza, telepatia…).

È connotato da comportamenti diffidenti e sospettosi, determinati dalla radicata convinzione che il mondo sia un luogo minaccioso e che le persone intorno al soggetto (anche i suoi familiari) prima o poi lo tradiranno o inganneranno. Spesso queste persone interpretano il comportamento altrui scorgendo intenzioni umilianti o malevoli dietro a frasi o gesti apparentemente innocui.

Il Disturbo di Personalità Borderline è tra i disturbi della personalità più frequenti, è caratterizzato da marcata instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e nelle relazioni affettive, con impulsività elevata. Chi è affetto da questo disturbo presenta comportamenti spesso imprevedibili, incoerenti, contraddittori, intensi sensi di colpa e disperati tentativi di riparare ai danni prodotti. Sono frequenti comportamenti autodistruttivi e impulsivi, attuati allo scopo di evitare la sofferenza emotiva: tagli e bruciature sulla pelle, ricorso ad alcool o sostanze stupefacenti, rapporti sessuali occasionali non protetti, guida spericolata o, nei casi più gravi, tentativi di suicidio.

Indica una condizione caratterizzata da grandiosità, con autostima e senso di fiducia nelle proprie capacità eccessive e irrealistiche: le persone che presentano questa condizione tendono a esagerare i propri meriti e capacità, cullandosi in fantasie di successo e trionfi determinati dalla certezza di essere una persona unica e speciale, attendendosi quindi l’ammirazione incondizionata delle persone intorno a sé.

È caratterizzato dalla costante violazione dei diritti altrui, con comportamenti che trasgrediscono le comuni norme sociali e che spesso sfociano nell’illegalità, traendone profitto o semplice divertimento e senza provare risentimento o rimorso.

È caratterizzato dalla tendenza a esprimere in modo clamoroso e teatrale le proprie emozioni, che appaiono spesso mutevoli, superficiali, imprevedibili. La relazione con l’altro è condizionata dalla costante ricerca di attenzioni, spesso ottenute con atteggiamenti caricaturali (da “buffone”, da “prima donna”) o sessualmente provocanti e seduttivi, con grande valorizzazione del proprio aspetto fisico.

Si distingue per la costante ricerca di una relazione in cui essere accuditi e protetti, con tendenza alla sottomissione e intensa paura delle separazioni. La persona affetta da questo disturbo si sente insicura, incapace di portare a termine compiti o compiere scelte anche banali, delegate alla propria figura di riferimento.

È connotato da rigidità, perfezionismo e preoccupazione per l’ordine. La spiccata attenzione all’efficienza conduce spesso le persone affette da questo disturbo a dedicare una tale quantità di tempo alla programmazione e all’organizzazione da perdere di vista l’obiettivo finale.

È caratterizzato dalla tendenza all’esclusione sociale a causa di intensi timori di inadeguatezza e rifiuto. Nonostante questi soggetti desiderino intensamente avere amicizie e relazioni sentimentali, la paura di essere deriso o umiliato rende loro impossibile ricercarle, o anche solo tollerare di lavorare in un contesto in cui possano avere contatti con altre persone.

Dagli studi compiuti è risultato come i trattamenti più indicati per la cura dei Disturbi di Personalità siano quelli basati sulla Mentalizzazione (Peter Fonagy), la Psicoterapia Focalizzata sul Transfert (Otto Kernberg) e la Terapia Dialettico-comportamentale (Marsha Linehan).

A supporto del trattamento psicoterapico si possono utilizzare: farmaci antidepressivi, stabilizzanti dell’umore e antipsicotici atipici di ultima generazione.

All’atto del ricovero le condizioni psicofisiche del paziente sono valutate dallo psichiatra e dal medico internista.

Il paziente viene accolto in una stanza singola, dotata di bagno privato, terrazzino, televisione e telefono interno; vi è la possibilità di fornire una assistenza personale continuativa ove le condizioni psichiche e fisiche del paziente la rendessero necessaria.

La terapia farmacologica, qualora prevista, è prescritta e costantemente monitorata dagli psichiatri al fine di ottenere la migliore efficacia terapeutica.

La parte internistica viene valutata ponendo particolare attenzione alla funzionalità cardiaca, respiratoria ed epatica, avvalendosi dell’ausilio di esami ematochimici e strumentali. Se necessario, è possibile eseguire TAC e/o RMN encefalo per accertare la presenza di eventuali danni cerebrali.

Non appena possibile inizia la fase psicodiagnostica, volta ad approfondire e inquadrare i motivi del ricovero nonché le difficoltà del paziente e per orientare il sostegno e il lavoro terapeutico personalizzato. Tale fase, condotta dagli psicologi e dagli psichiatri, prevede colloqui individuali e somministrazione di test e questionari.

Viene, pertanto, raccolta un’accurata storia del paziente e si somministrano gli strumenti psicodiagnostici opportuni (SCID-I, SCID-II, MMPI, YSQ, test di Rorschach, SWAP 200 sono i più utilizzati). Quotidianamente si effettuano colloqui ad orientamento cognitivo e picodinarnico volti ad accrescere la consapevolezza del paziente circa le sue problematiche e a costruire una autonoma motivazione alle cure.

Con il consenso del paziente, inoltre, si incontrano i familiari e le persone per lui significative per aiutarle a comprendere la sua sofferenza e il suo disagio e orientarle a fornire un maggiore sostegno alpercorso di cura cui egli si sottopone.

Per l’intera durata del ricovero, il paziente partecipa ad attività di gruppo con l’obiettivo di sviluppare una maggiore competenza nel riconoscimento del propno disagio;
viene, inoltre, assistito nella occupazione del suo tempo con attività sportive, creative (atelier) e ricreative.

Si effettuano, inoltre, attività riabilitative e sportive esterne alla casa di cura, con l’accompagnamento e il supporto di personale esperto.

Al termine del ricovero, l’équipe informa il paziente circa i risultati delle indagini cliniche svolte e fornisce un’indicazione sulla possibile prosecuzione del trattamento iniziato in casa di cura.

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